Era il 1966, Giorgio era agricoltore nell’azienda di famiglia quando i suoi genitori decisero di cessare l’attività e lui si trovò a dover decidere se gestire l’azienda agricola oppure se cambiare lavoro. Proprio in quel periodo il fratello di Giorgio, Ermes lo chiamò a Genova perché aveva bisogno di aiuto nel negozio di alimentari che gestiva insieme al cugino Nando nel mercato orientale di Genova.
Essendo da sempre appassionato di cucina, tornato da Genova pensò, con la moglie Giovanna allora commessa presso la “Casa del Biscotto” di Parma, di aprire un negozio di alimentari a Collecchio dove risiedevano. Ma vennero a sapere che era in vendita una panetteria a Parma, la “Panetteria Rosetta” in Strada XXII Luglio, e decisero di “lanciarsi” in questa nuova avventura. La signora Rosetta Cervi rimase in negozio qualche mese ad insegnare ai due “coraggiosi” ragazzi che iniziarono la loro attività “in proprio” nel mese di novembre del 1966.
Iniziarono facendo focaccia, brioches, panini con l’uvetta, sfoglini di focaccia, veneziane, polacche, bomboloni, tortine di riso, anolini e tortelli d’erbetta su indicazione della signora Rosetta che dava la lista degli ingredienti ma senza dosi perché da brava “rezdora” (termine dialettale che indica, tra l’altro, colei che cucina) andava ad occhio! La signora Cervi non aveva molta fiducia nella riuscita della giovane coppia anche perché sapeva che da lì a pochi mesi avrebbero aperto un supermercato nella stessa strada.
Giovanna e Giorgio non si persero mai d’animo ed iniziarono da subito ad ampliare la gamma dei prodotti offerti alla clientela, fecero ad esempio i tortelli di patate che si andarono ad aggiungere a quelli di erbette e di zucca, fecero la torta principessa, la torta di mele e la torta San Bernardo da una ricetta della nonna “Pepa” (mamma di Giorgio), le chiacchiere.
Era il 1966, Giorgio era agricoltore nell’azienda di famiglia quando i suoi genitori decisero di cessare l’attività e lui si trovò a dover decidere se gestire l’azienda agricola oppure se cambiare lavoro. Proprio in quel periodo il fratello di Giorgio, Ermes lo chiamò a Genova perché aveva bisogno di aiuto nel negozio di alimentari che gestiva insieme al cugino Nando nel mercato orientale di Genova.
Essendo da sempre appassionato di cucina, tornato da Genova pensò, con la moglie Giovanna allora commessa presso la “Casa del Biscotto” di Parma, di aprire un negozio di alimentari a Collecchio dove risiedevano. Ma vennero a sapere che era in vendita una panetteria a Parma, la “Panetteria Rosetta” in Strada XXII Luglio, e decisero di “lanciarsi” in questa nuova avventura. La signora Rosetta Cervi rimase in negozio qualche mese ad insegnare ai due “coraggiosi” ragazzi che iniziarono la loro attività “in proprio” nel mese di novembre del 1966.
Iniziarono facendo focaccia, brioches, panini con l’uvetta, sfoglini di focaccia, veneziane, polacche, bomboloni, tortine di riso, anolini e tortelli d’erbetta su indicazione della signora Rosetta che dava la lista degli ingredienti ma senza dosi perché da brava “rezdora” (termine dialettale che indica, tra l’altro, colei che cucina) andava ad occhio! La signora Cervi non aveva molta fiducia nella riuscita della giovane coppia anche perché sapeva che da lì a pochi mesi avrebbero aperto un supermercato nella stessa strada.
Giovanna e Giorgio non si persero mai d’animo ed iniziarono da subito ad ampliare la gamma dei prodotti offerti alla clientela, fecero ad esempio i tortelli di patate che si andarono ad aggiungere a quelli di erbette e di zucca, fecero la torta principessa, la torta di mele e la torta San Bernardo da una ricetta della nonna “Pepa” (mamma di Giorgio), le chiacchiere.
Chi poteva diede loro una mano, i clienti si affezionarono in fretta e se avevano una buona ricetta la portavano, come ad esempio la torta di cioccolato, da una ricetta della signora Enza Guareschi, tutt’ora tra le torte più richieste e apprezzate dalla clientela. Per acquistare l’attività furono aiutati in parte dalla Pepa che diede l’acconto iniziale e in parte da una serie di cambiali da onorare. Con diverse privazioni e tanto impegno riuscirono a saldare i debiti, aiutati anche dai fornitori, come ad esempio il fornaio Corradi, uno dei pochi dell’epoca, che disse loro “vi ho visto lavorare e mi siete piaciuti, state tranquilli, potete pagarmi quando volete”. Inizialmente avevano solo un frigorifero appena un po’ più grande di quelli ad uso domestico pertanto gli anolini oppure i tortelli andavano fatti tutti in poco tempo quindi alla mattina spesso andavano a lavorare alle 4,00. Anche il primo forno era molto diverso da quello di oggi, era enorme come ingombro ma conteneva solo due teglie di focaccia.C’era sempre tanto da fare in negozio e quando dovevano mettersi avanti, andavano a lavorare alla domenica e si portavano anche Enrico, il figlio, che già a 4/5 anni con uno sgabello sotto i piedi, aiutava a mettere in fila gli anolini appena fatti sulle asse per farli asciugare.
A Enrico la panetteria è sempre rimasta nel cuore e nel 1999 entra a far parte dello staff.
“Questa è la nostra vita, ci sarebbero tante altre cose da raccontare, tanti aneddoti, tante storie che, chissà, forse un giorno raccoglieremo in un ‘libro di ricordi’ perché 48 anni di ‘panetteria’ sono tanti! Intanto ci piace pensare alle varie generazioni di parmigiani che sono passate dal nostro negozio, che conservano un ricordo di noi e dei nostri prodotti come noi di loro!”
strada XXII luglio, 10/A
42121, Parma
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